IL GIOCO
Il gioco del karate, è la cultura rappresentata in movimento del proprio corpo e tende a riprodurre in forma sdrammatizzata esperienze che hanno un peso importante nel vissuto sociale. Possiamo dire che I’uomo gioca tutta la vita. Nel fanciullo, quest’attività ha connotazioni cognitive molto importanti, ed assume un ruolo non indifferente nella sua formazione e maturazione globale. Nel gioco il fanciullo vive le proprie esperienze ed emozioni senza ansia o angoscia. In poche parole nel gioco dimensiona cose, persone o situazioni a propria misura, collocando il tutto sotto il proprio controllo emotivo.Il bambino può esprimersi liberamente, quindi, sprigionare le proprie capacità coordinative, condizionali ed affettive. Ha l’occasione di potersi confrontare con i suoi coetanei, impara a conoscere se stesso ed il proprio corpo. (Prof. Ilio Fagioli).
Solamente attraverso il gioco l’individuo, specialmente in età preadolescenziale, può liberamente esternare la propria esuberanza vitale anche se bisogna sempre tenere presente che il gioco è un insieme di regole. Compito dell’insegnante è quello di non permettere che la forma ludica venga mortificata da regole troppo rigide. Con il gioco si realizzano anche quelle condizioni neuro-psico-motorie che, grazie alla possibilità di realizzare molteplici esperienze, permettono diverse modalità esecutive del movimento nella coordinazione, precisione, funzionalità ed efficienza.
Uno dei compiti più ardui dell’insegnante tecnico, consiste certamente nel proporre le cose da apprendere in modo naturale, gioioso e diversificato per non annoiare i bambini con giochi ripetitivi, bensì renderli interessati alle novità ludiche. Essenziali i prerequisiti per essere consapevoli.
I bambini e i giovani attraverso l’allenamento e lo studio della disciplina, vivono l’esperienza del confronto con i propri coetanei, in un clima di amicizia, lealtà e rispetto reciproco.